Cn24 | VIBO VALENTIA | Colpo al Clan dei Mancuso di Limbadi

2011-09-14 22

Giovedì 30 Luglio 2009 | In questa edizione di Report24: VIBO VALENTIA | Colpo al Clan dei Mancuso di Limbadi Megasequestro da 60 milioni di euro disposto dalla Dia Beni del valore di 60 milioni di euro, riconducibili al clan Mancuso di Limbadi, sono stati sequestrati dalla Dia di Catanzaro. Il provvedimento, emesso dallUfficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Vibo Valentia ha interessato 7 aziende, 193 unità immobiliari (tra appezzamenti di terreno, appartamenti ed altri fabbricati), 113 veicoli e numerosi conto correnti, nella disponibilità di Giuseppe Prestanicola, 57 anni, di Soriano Calabro, ritenuto imprenditore di riferimento dei Mancuso. Le indagini hanno messo in evidenza la sproporzione tra il patrimonio dell'imprenditore e le attività svolte ed i redditi che sono stati dichiarati. Prestanicola, oggi detenuto, era stato arrestato nello scorso febbraio, a conclusione di un'indagine, coordinata dalla D.D.A. di Catanzaro, con l'accusa, tra l'altro, di aver favorito i Mancuso nell'acquisizione di appalti concernenti la realizzazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Per ottenere il sequestro di beni eseguito stamani, come è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa dal colonnello Francesco Falbo, responsabile della Dia di Reggio Calabria e dal suo collega della Dia di Catanzaro, Antonino Cannarella, gli inquirenti hanno presentato al Tribunale di Vibo Valentia una ricostruzione dettagliata della storia finanziaria dell'imprenditore, che aveva realizzato, sotto la regia dei Mancuso, un vero e proprio impero economico specializzato nei settori delledilizia e dellingegneria civile, che gli aveva permesso, fino al 2007, di accaparrarsi appalti pubblici sbaragliando ogni forma di concorrenza grazie ai suoi referenti mafiosi. Dal 1998 in avanti Prestanicola risulta aver dichiarato al fisco, grazie ai lavori pubblici che si era assicurato, un fatturato assai elevato, vantando un parco macchine da cantiere di oltre 100 mezzi, grazie anche ai lavori acquisiti in subappalto per l'ammodernamento dell'autostrada, vantando anche i certificati antimafia di cui le sue imprese godevano fino al 2007. 

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